fu edificata su una preesistente piccola chiesa dedicata a sant’Ubaldo e sulla pieve di San Gervasio e Protasio. I lavori iniziarono nel 1513, con il sostegno delle duchesse di Urbino, Elisabetta ed Eleonora Gonzaga, e di papa Giulio II. La chiesa fu affidata ai Canonici regolari della Congregazione del Santissimo Salvatore lateranense, ordine a cui era appartenuto il santo. Dal 1786 la basilica fu retta da padri passionisti, fino alle soppressioni napoleoniche, e in seguito dai frati minori riformati; dal 2013 fino al 6 gennaio 2020 due sacerdoti diocesani hanno custodito la basilica. Dal 6 gennaio 2020 dopo 234 anni, per volere del vescovo di Gubbio Luciano Paolucci Bedini, sono ritornati i Canonici regolari della Congregazione del Santissimo Salvatore lateranense. Essi formano unico “Capitolo” con i Confratelli canonici regolari di San Secondo in Gubbio. (San Secondo è un’antichissima canonica dove si formò e si preparò al sacerdozio anche lo stesso santo patrono Ubaldo). L’esterno del santuario è sobrio; alla sommità di una larga scalinata, un portale introduce all’interno, dove si apre un ampio chiostro in laterizi, con arcate e volte a crociera, nelle cui lunette si intravedono i resti di affreschi cinquecenteschi. I pilastri accanto all’ingresso della chiesa presentano un basamento in marmo palombino, con alcuni bassorilievi raffiguranti gli stemmi dei Montefeltro e del comune di Gubbio e il Cristogramma. Cinque porte introducono alla chiesa; le tre centrali presentano i portali in pietra serena scolpita e i battenti originali in legno intagliato. L’interno è suddiviso in cinque navate, dominate dall’altare maggiore realizzato nel 1884, in stile neogotico con decorazioni a finto mosaico. Nella parte superiore dell’altare sono collocate otto piccole statue raffiguranti santi legati alla città, e al di sopra è posta l’urna in cui è custodito il corpo intatto di sant’Ubaldo. Nella chiesa sono esposte anche le urne precedenti, una risalente al XIII secolo, l’altra al XVIII. La chiesa è illuminata da finestroni con vetrate istoriate con le Storie della vita di sant’Ubaldo, realizzate nel 1922. Alle pareti, alcuni dipinti a olio su tela, tra cui la Trasfigurazione e Santi, di Giovanni Maria Baldassini del 1585, Il Battesimo di Gesù (1599 ca.) di Felice Damiani, la Madonna col Bambino in gloria tra i
Santi Ubaldo e Giovanni Battista di Salvio Savini (1610), Sant’Agostino consegna la regola del suo Ordine (1619) di Avanzino Nucci, Sant’Orsola (1655-57) di Francesco Allegrini e Estasi di San Francesco stimmatizzato e consolato da due angeli (1816) di Camilla Filicchi . Nella basilica sono riposti durante l’anno i ceri, le tradizionali strutture lignee che il 15 maggio, con la corsa,
sono portati in processione attraverso Gubbio e poi, lungo la salita al monte Igino, fino al santuario.
Chiostro della Basilica di S. Ubaldo